The Fairy Queen al Teatro della Scala

Il 30 giugno il ciclo di Concerti Straordinari del Teatro alla Scala ospita un appuntamento particolarmente prezioso: The Fairy Queen (‘La regina delle fate’) per cui Henry Purcell nel 1693 trasse ispirazione dal Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Per questa esecuzione in forma semiscenica William Christie è sul podio dell’orchestra barocca Les Arts Florissants da lui fondata nel 1979 (e con lui protagonista della memorabile esecuzione ad Aix-En Provence nel 1989 che segnò il ritorno del pezzo in repertorio), mentre le voci provengono dall’Accademia per giovani cantanti annessa allo stesso gruppo, Le Jardin des Voix. Un elemento di estremo interesse in una prospettiva di recupero delle forme ibride del teatro dell’epoca delle Restaurazione è la presenza sul palcoscenico dei danzatori della compagnia Käfig impegnati nella coreografia del loro fondatore Mourad Merzouki, tra i maggiori protagonisti del processo di inclusione di diversi linguaggi e in particolare dell’hip hop nel panorama coreografico francese di oggi.    

William Christie

William Christie, clavicembalista, direttore d’orchestra, musicologo e insegnante, è l’ispiratore di una delle più emozionanti avventure musicali degli ultimi trent’anni. Pioniere nella riscoperta della musica barocca, ha fatto conoscere il repertorio della Francia del XVII e XVIII secolo a un pubblico molto vasto. Nato a Buffalo e formatosi ad Harvard e Yale, William Christie vive in Francia dal 1971. La svolta nella sua carriera è avvenuta nel 1979, quando ha fondato Les Arts Florissants.

Les Arts Florissants

Fondato nel 1979 da William Christie, Les Arts Florissants è uno degli ensemble di musica barocca più rinomati al mondo. Fedele all’esecuzione su strumenti d’epoca, questo ensemble ha svolto un ruolo pionieristico nel portare alla ribalta la musica europea del XVII e XVIII secolo. Oggi Les Arts Florissants propone un centinaio di concerti e spettacoli all’anno sui più grandi palcoscenici francesi e internazionali, diretti da William Christie e Paul Agnew.

Le Jardin des Voix

Le Jardin des Voix è l’Accademia barocca delle Arts Florissants per giovani cantanti. Creata nel 2002 e diretta da William Christie e Paul Agnew, questa accademia biennale è pensata per accogliere giovani cantanti lirici all’inizio della loro carriera. Dopo tre settimane di lavoro intensivo, i vincitori sono invitati a presentare uno spettacolo che viene portato in tournée internazionale. Questa esperienza favorisce la loro integrazione professionale e permette loro di esibirsi su alcuni dei più grandi palcoscenici del mondo, costruendo al contempo una fedele collaborazione con Les Arts Florissants.

Mourad Merzouki

È una delle figure più interessanti ed eclettiche della coreografia francese contemporanea. Si è interessato al circo e alle arti marziali prima di incontrare l’hip-hop alla fine degli anni Ottanta. Ha studiato danza con Maryse Delente, Jean-François Duroure e Josef Nadj. Nel 1989 ha creato la compagnia Accrorap con alcuni colleghi, nel 1996 la sua compagnia, Käfig, che significa “gabbia”. Dal giugno 2009, Merzouki è direttore del Centre chorégraphique national de Créteil et du Val-de-Marne, dove crea e mette in scena nuove opere, ma fornisce anche sostegno a gruppi indipendenti e compagnie emergenti. Nel 2013 ha creato il Festival Kalypso, offrendo un nuovo livello di esposizione alle compagnie di danza hip-hop nella regione di Parigi.

Nel marzo 2016, Merzouki è stato nominato consulente artistico del Pôle en Scènes di Bron. Ha creato ponti tra le discipline, aprendo spazi diversi a un pubblico sempre più vasto. Dal 2023 collabora con l’allenatrice Julie Fabre della squadra francese di nuoto artistico per coreografare il balletto per i Giochi Olimpici del 2024. Nel 2023 e nel giugno 2024 ha creato programmi coreografici per il Musée d’Orsay.

Il Barocco attraverso le Stagioni della Scala

Dominique Meyer è stato un attivo promotore della rinascita barocca in Francia durante i suoi anni al Théâtre des Champs-Elysées e ha portato alla Scala la medesima passione e impegno culturale. Oltre alle opere di Cavalli, Vinci, Cesti, Gassmann che sono comparse per la prima volta nel calendario del Piermarini, le stagioni concertistiche si sono arricchite di Cantate, Oratori, Passioni e opere in forma di concerto. In questa Stagione ricordiamo il Collegium Vocale Gent con la Matthäuspassion di Bach diretta da Philippe Herreweghe e Alcina di Haendel con i Musiciens du Louvre diretti da Marc Minkowski e Magdalena Kožená protagonista.  Il 2 dicembre 2024 torna Sir John Eliot Gardiner con Charpentier e Bach eseguiti dal Monteverdi Choir e dagli English Baroques Soloists; il 17 aprile 2025 la Johannes-Passion segna il debutto di Raphaël Pichon con la sua Orchestra Pigmalyon; mentre il 18 maggio è la volta della versione in forma di concerto dell’opera della giovinezza milanese di Mozart Mitridate re di Ponto con Les Talents Lyriques e Christophe Rousset; infine il 26 novembre 2025 Les Indes Galantes di Rameau sono eseguite dalla Cappella Mediterranea diretta da Leonardo Garcìa Alarcón.

The Fairy Queen di Dinko Fabris (dal programma di sala)

Non aveva ancora compiuto trentatré anni Henry Purcell quando, il 2 maggio 1692, fu rappresentata per la prima volta al Queen’s Theatre di Dorset Garden la sua “opera” The Fairy Queen, adattamento del Midsummer Night’s Dream di William Shakespeare di uno o più autori ignoti, ma certamente interni alla United Company che gestiva il teatro, sotto la direzione di Thomas Betterton. Appena tre anni prima si era conclusa la “Gloriosa Rivoluzione” che aveva portato sul trono d’Inghilterra Guglielmo III d’Orange e Mary II Stuart, figlia dello spodestato Giacomo II. Artisti e musicisti si erano dovuti riposizionare sul nuovo assetto politico che spazzava via le tentazioni di restaurare il cattolicesimo nella nazione ora saldamente protestante. Purcell era riuscito a farsi assumere come “musician composer” della camera privata del nuovo sovrano ed era stato incaricato di comporre ogni anno un’ode per il compleanno della regina Mary. Inoltre, dal 1690 aveva avviato la sua collaborazione con il Dorset Garden, il “teatro della regina”, presentandovi in quell’anno Dioclesian e nel successivo 1691 King Arthur, titoli con cui Purcell puntava alla nascita di un’opera nazionale inglese.

Per comprendere meglio l’operazione Fairy Queen e il suo forte impatto sul pubblico, che determinò l’inconsueta scelta dell’impresario di riproporla nella successiva stagione 1693, sarà bene ricordare che il teatro di Dorset Garden era il più all’avanguardia di Londra per le macchine sceniche, l’illuminotecnica e le altre meraviglie sperimentate già da tempo in Italia e in Francia.

Il teatro poteva accogliere, solo nei due ordini di palchi e nella galleria, 850 abbonati spettatori. Il suo palcoscenico era comodo per accogliere attori, cantanti, danzatori e coro e lo spazio per l’orchestra era assai ampio. In effetti il “Gentleman’s Journal” del maggio 1692 aveva esaltato il lato spettacolare della nuova produzione di Fairy Queen, che era costata la cifra sbalorditiva di 3000 sterline: “la Musica e le Scene sono straordinarie. Ho ascoltato le lodevoli danze e senza dubbio tutto lo spettacolo è molto piacevole”. Ma come potevano essere “ascoltate” le danze? E che cos’era questo spettacolo che nel libretto stampato veniva chiamato “opera”?

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