Paul Maheke – The Purple Chamber

Con The Purple Chamber di Paul Maheke (1985, Brive-la-Gaillarde, Francia) – prima personale in un’istituzione italiana dell’artista francese – dal 28 ottobre la Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta il secondo appuntamento di Corpo Celeste, il ciclo espositivo a cura di Chiara Nuzzi appositamente ideato per il programma Project Room, progetto osservatorio della Fondazione sulle arti contemporanee.

Attraverso la sua ricerca, Maheke utilizza media diversi che si contaminano tra loro, spaziando dall’installazione al video, dalla scultura al suono, al disegno e alla performance, elemento – quest’ultimo – considerato da lui centrale per la sua capacità di trascendere l’uso del linguaggio. In Maheke infatti il movimento, il gesto e l’ambiente diventano veicoli per esplorare il limite, il potenziale e la trasformazione in relazione all’identità e alla percezione umana.

In The Purple Chamber l’artista condensa i temi e le ricerche che da sempre caratterizzano il suo lavoro all’interno di uno spazio di reinvenzione e meditazione: una vera e propria cosmologia, intesa dall’artista come un mondo che prende forma davanti al pubblico. Uno spazio in continuo mutamento nel quale elementi diversi – scultura, disegno, performance – si incontrano e si intrecciano l’un l’altro mantenendo tuttavia una loro potenziale autonomia. Il pubblico è invitato ad addentrarsi in un ambiente intimo e spaesante, le cui pareti sono coperte da tende lilla che lasciano intravedere, in un continuo gioco di stratificazioni, sculture e disegni. Tra questi ci sono il corpus inedito The Purple Chamber series (2023) e un imponente wall painting – realizzati appositamente per la mostra – e alcune opere precedenti, come Sans titre (ombre blanche) (2020) e You & I (fallen orbiters) (2023).

Nel loro insieme i lavori compongono un intenso dialogo tra corpo e superficie materica che scandisce il ritmo espositivo e trascende i limiti spazio-temporali.

I disegni, realizzati con matita acrilica su pannelli di alluminio nero, traggono ispirazione dallo Psychomanteum, una stanza buia utilizzata da medium o sensitivi nel tentativo di entrare in dialogo con i morti attraverso uno specchio scuro. La superficie riflettente, qui restituita grazie all’alluminio nero dei pannelli, ha lo scopo di permettere l’apparizione spontanea di immagini e figure provenienti dall’aldilà, che l’artista evoca attraverso i disegni, confondendo il confine tra i vivi e i morti. I lavori possiedono una forte componente performativa che coinvolge il corpo dell’artista in un dialogo attivo con la superficie materica, similmente ad una coreografia e – come spiega la curatrice Chiara Nuzzi – “risultano da un processo di emersione, simile alla scrittura automatica, in cui le immagini non sono predeterminate né guidate intenzionalmente dall’artista, ma che nel processo di creazione si manifestano sulle superfici affiorando quasi inconsciamente”.

In The Purple Chamber l’artista evoca così fantasmi e creature non umane che invitano il pubblico a riorientare il proprio modo di percepire, vedere e sentire. La mostra si configura dunque come progetto site-specific che, attraverso elementi eterogenei, guida i visitatori tra visioni sconosciute e identità ignote, approfondendo ulteriormente una ricerca tesa a individuare nuovi modi di comprendere il mondo e di produrre conoscenza, aprendo riflessioni immaginifiche in contrasto con le narrazioni tradizionali dello spazio e del cosmo. “The Purple Chamber tenta di articolare e destabilizzare le narrazioni dominanti – sottolinea la curatrice – trascendendo il limite del visibile umano attraverso la creazione di uno spazio sospeso per la meditazione e l’immaginazione, invitando a riconfigurare un sapere identitario capace di andare oltre le dinamiche gerarchiche e colonialiste attraverso una continua tensione tra ipervisibilità e cancellazione, intimità e voyeurismo.”

Come per la prima mostra del ciclo di Project Room del 2023, dedicata al lavoro di Lito Kattou, anche in questa occasione un’opera di Maheke, legata ai temi della sua esposizione, viene allestita negli spazi di Fondazione ICA Milano creando una connessione spazio-temporale tra le istituzioni.

Si ringrazia Goodman Gallery e Sultana per il loro sostegno alla realizzazione della mostra.

Per tutta la durata della mostra un’opera dell’artista sarà allestita anche negli spazi di Fondazione ICA Milano

28 ottobre – 17 dicembre 2023

Opening: 26 ottobre, ore 18:00

BIOGRAFIE

Paul Maheke (1985, Brive-la-Gaillarde, Francia) vive e lavora a Montpellier, Francia. Ha conseguito il Master in Art Practice presso l’École nationale supérieure d’arts de Cergy (2011) ed è stato Associate del programma di studio della Open School East, Londra/Margate, Regno Unito (2015). Concentrandosi la sua pratica su danza e scultura attraverso un corpus di lavoro ampio e spesso collaborativo che comprende performance, installazioni, suoni e video, Maheke considera il potenziale del corpo come archivio per analizzare come si formano e si costituiscono la memoria e l’identità. Le opere e le performance di Maheke sono state esposte internazionalmente presso istituzioni quali High Line di New York, Tate Modern di Londra, Biennale di Venezia, Centre Pompidou, Palais de Tokyo e Lafayette Anticipations di Parigi, Baltic Triennial 13, Manifesta 12, Cabaret Voltaire di Zurigo e Chisenhale Gallery di Londra. Nel 2021 è stato selezionato per il Future Generation Art Prize e nel 2023 è stato residente a Villa Albertine.

Curatrice e ricercatrice, Chiara Nuzzi (Napoli, 1986) vive e lavora a Milano. È laureata presso l’Università Cà Foscari e l’Università IUAV di Venezia. Nel 2012-13 ha partecipato alla prima edizione di CAMPO, programma per curatori italiani della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, e nel 2014 al programma di ricerca per curatori internazionali CuratorLab dell’Università Konstfack di Stoccolma. Ha collaborato con diverse istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero, e dal 2018 è curatrice e manager editoriale di Fondazione ICA Milano, per la quale collabora allo sviluppo e al coordinamento del programma espositivo ed editoriale. Per la Fondazione ICA Milano ha curato le mostre: Camille Henrot & Estelle Hoy. Jus d’Orange (2023); Rebecca Moccia. Ministry of Loneliness (2023); Chemutai Ng’ok. An impression that may possibly last forever (2023); Small Fixations (2022); Annette Kelm. DIE BÜCHER (2022), co-curata con Alberto Salvadori; Costanza Candeloro. My skin-care, my strength (2022). Ha inoltre co-curato con Alberto Salvadori la prima mostra personale in Italia dell’artista e danzatrice Simone Forti, Vicino al Cuore/Close to the Heart (2019-2020), e nel 2021 ha ideato e curato il programma digitale ICA COMMITTED dedicato al canale digitale della fondazione, ancora in corso. Nel 2018 ha co-curato con Luigi Fassi la mostra collettiva Sense and Sensibilia, progetto parallelo in occasione della Biennale Gherdëina. Tra il 2017 and 2018, in occasione della residenza curatoriale presso l’istituzione francese Thankyouforcomining a Nizza, ha curato il programma culturale ed espositivo What happens to people and what happens to the land is the same thing, realizzato con il supporto delMibact, collaborando con artisti tra cui Ursula Biemann & Paulo Tavares, Melanie Bonajo, The Karrabing Film Collective e Uriel Orlow. Nel 2014 ha vinto il premio CXC (Call for Curators) promosso dal MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto per il progetto espositivo Afterimage. Immagini del Conflitto (co-curato con Valeria Mancinelli e Stefania Rispoli), realizzato nel 2014-2015 presso la Galleria Civica di Trento. Nel 2015 ha co-fondato il festival fiorentino SONIC SOMATIC, incentrato sulle ricerche sonore e performative contemporanee.