Vini PIWI, successo per la terza edizione

Oggi alla Fondazione Mach il seminario scientifico e la premiazione delle cantine
Rassegna vini PIWI, successo per la terza edizione. Oggi la cerimonia di
premiazione.
Grande partecipazione da parte del mondo vitivinicolo italiano alla rassegna dei vini PIWI
organizzata dalla Fondazione Mach come confermano i numeri di questa terza edizione,
con 110 etichette in gara in sette categorie. Oggi in un’aula magna gremita si è svolta, in
diretta streaming sul canale youtube FEM, la cerimonia di premiazione nell’ambito di un
seminario scientifico che ha visto intervenire due esperti mondiali di viticoltura ed
enologia: il prof. Reinhard Töpfer, direttore dell’Istituto Julius Kühn di Geilweilerhof e del
prof. Philippe Darriet, professore di enologia all’Università di Bordeaux e direttore
dell’Istituto delle Scienze della Vite e del Vino.
L’evento, moderato dal. prof. Fulvio Mattivi del Centro Ricerca e Innovazione, è organizzato in
collaborazione con il Consorzio Innovazione Vite e Piwi International.
“La FEM e’ orgogliosa di questa iniziativa che alla sua terza edizione dimostra già di essere un
evento di successo” ha esordito Agostino Cavazza, responsabile delle relazioni con enti di
sistema e territorio della FEM. Enrico Giovannini, presidente di Civit Consorzio Innovazione
Vite, ha evidenziato i risultati promettenti dell’attività di valorizzazione dei vitigni resistenti oggi
a disposizione dei viticoltori, mentre Heinrich Leutenberger ha sottolineato l’impegno
dell’associazione Piwi international nel sostenere la conoscenza e la diffusione della viticoltura
resistente, una realtà che nel mondo coinvolge oggi più di mille viticoltori.

Il seminario scientifico

Il prof. Reinhard Töpfer, direttore del Julius Kühn Institut di Geilweilerhof ha parlato della storia e
della diffusione delle varietà PIWI in Germania, facendo un focus sulle prospettive della ricerca
nel settore delle nuove varietà resistenti, e fonti per resistenze a funghi secondari. La
superficie investita a varietà PIWI in Germania è intorno al 3% della superficie vitata, si estende
la coltivazione delle varietà a bacca bianca e rossa, con maggiore attenzione a scegliere la
varietà migliore nelle diverse condizioni ambientali.
Il prof. Philippe Darriet, direttore dell’Institut des Sciences de la Vigne et du Vin, Université de
Bordeaux, si è concentrato sulla situazione delle viti resistenti nel contesto francese: dopo un
excursus storico sulle motivazioni che hanno portato allo sviluppo delle varietà resistenti ha
illustrato la situazione corrente in Francia e le sfide future di questi vitigni, in particolare per
quanto riguarda la durata della resistenza e la qualità dal punto di vista sensoriale.
Marco Stefanini, responsabile dell’Unità di genetica e miglioramento genetico della vite, ha
illustrato l’attività della Fondazione per il miglioramento genetico della vite nel campo delle
varietà resistenti, descrivendo sia le varietà iscritte sia quelle che si ritengono pronte per il
prossimo futuro. Ha presentato i risultati del lavoro di piramidazione svolto, i marcatori
identificati e utilizzati nella selezione della resistenza a black rot, e la collaborazione a livello
nazionale ed internazionale nella realizzazione, selezione e diffusione di queste varietà
resistenti al fine di rendere sempre più sostenibile la coltivazione della vite e del vino.
Infine, si è svolta la cerimonia di premiazione coordinata da Floriana Marin dell’Ufficio
Comunicazione e Relazioni Esterne.
I numeri della rassegna: 110 etichette in gara in sette categorie
In questa terza edizione 110 vini provenienti da uve “resistenti” ovvero prodotti con almeno il 95
per cento di uve provenienti da varietà PIWI (PilzWiderstandsfähig) sono stati valutati nelle
giornate dell’8 e 9 novembre da una commissione composta da 30 commissari.
I vini hanno partecipato nelle seguenti categorie: rossi, bianchi, orange, metodo classico,
metodo charmat, frizzanti e passiti, e sono stati attentamente valutati da una commissione
composta da enologi, enotecnici, giornalisti, sommelier e ricercatori afferenti al mondo
agroalimentare, coadiuvati dagli studenti del corso enotecnico in tutte le operazioni della
rassegna.

I vini PIWI prodotti con uve tolleranti alle patologie fungine

I vini da varietà PIWI sono ottenuti da uve prodotte da piante che sono state selezionate per
avere dei caratteri di resistenza alle principali malattie fungine che attaccano le viti, e quindi
richiedono un numero ridotto di interventi fitosanitari.
Anche se a livello europeo queste varietà sono state ammesse nelle diverse dop, in Italia ci
sono diverse regioni nelle quali la coltivazione delle uve PIWI non è stata ancora autorizzata,
nemmeno per produrre vino generico o IGT.
Il Registro Nazionale delle Varietà di Vino comprende 36 varietà PIWI e la superficie coltivata
con queste varietà supera alcune migliaia di ettari. In Veneto si trova il numero più elevato di
superfici coltivate a uve PIWI ed alcuni ettari si trovano in Emilia e Marche, Lazio e Piemonte
ultime regioni ad autorizzare la coltivazione di queste varietà nelle loro superficie viticola.
L’impegno della ricerca FEM per lo sviluppo dei vitigni resistenti
Con questo evento la FEM intende valorizzare anche le attività di ricerca e sperimentazione
sulle varietà tolleranti, che hanno portato ad iscrivere nel Registro nazionale delle varietà di vite
quattro nuove selezioni provenienti dall’attività di miglioramento genetico, grazie alla
collaborazione del consorzio CIVIT: Termantis, Nermantis, Charvir e Valnosia. Di recente
tramite il progetto VEVIR queste varietà sono risultate ottimali per la coltivazione in Trentino
accanto a Solaris, Souvignier gris, Bronner, Palma, Johanniter e Pinot Regina.