Manovra 2024, Giorgia Meloni: “Seria e realistica, fiera del risultato”

(Adnkronos) – Lavoro, sostegno ai redditi medio bassi, famiglia e misure per contrastare la denatalità, fringe benefit, sforbiciata del canone Rai, pensioni e sanità. Il governo approva la Manovra 2024 e lo fa in meno di un'ora, a prova "dell'unità di vedute della maggioranza che sostiene il governo", rivendica in conferenza stampa la premier Giorgia Meloni, ringraziando tutti i ministri per i sacrifici che lo stesso esecutivo è stato chiamato a sostenere sforbiciando i costi: chiamasi spending review. E tornando, soprattutto, a blindare il testo della legge di bilancio, come già fatto nel vertice di maggioranza andato in scena giovedì scorso a Palazzo Chigi. Repetita iuvant, dunque: niente sorprese o levate di scudi, è il sottotesto che sembra accompagnare le sue parole, mentre è ormai partito il countdown per la nuova campagna elettorale in vista di europee e regionali. Matteo Salvini, che le siede accanto, smette i panni del 'Bastian contrario' che in tanti gli attribuiscono auspicando "l'approvazione nei tempi più rapidi possibili" e "senza emendamenti di maggioranza: poi l'opposizione farà la sua parte, ovviamente". Ma il governo, stando almeno alle dichiarazioni di intenti, marcerà compatto. Parla di ''perfetta sintonia'' anche l'altro vicepremier Antonio Tajani, che sottolinea come ''positivo'' il fatto che nella legge di bilancio "non c'è alcuna tassa di successione su chicchessia".  Quella varata in Consiglio dei Ministri è una manovra da "24 miliardi o poco meno, frutto per 16 miliardi di extragettito e per il resto di tagli di spese. E' una manovra che considero molto seria, molto realistica, che non disperde risorse ma le concentra su alcune grandi priorità, continuando a seguire una visione che questo governo ha messo in campo da inizio mandato". Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando in conferenza stampa, sottolineando che è stata un'approvazione "a tempo di record: era convocato alle 9.30 ed è cominciato poco dopo, a dimostrazione dell'unità di vedute del Cdm e della maggioranza che sostiene il governo".  "La maggior parte di questo lavoro è stato fatto chiedendo sacrifici ai ministeri, da Palazzo Chigi tutti, ai ministeri tutti abbiamo tagliato le spese, voglio ringraziare tutti e sono molto fiera di questo lavoro. E' un governo che non spreca risorse in mille rivoli, ogni anno cerchiamo di fare un passo avanti insieme. E' questo il segnale che vogliamo dare agli italiani", ha aggiunto poi il premier.  Illustrando i contenuti della manovra in conferenza stampa, Meloni ha spiegato che il governo ha "confermato il taglio del cuneo fiscale per il 2024: di 6 punti percentuali per i redditi fino a 35mila euro, di 7 punti per quelli fino a 25mila. E' un aumento in busta paga che corrisponde mediamente a circa 100 euro al mese" e riguarda "una platea di 14 milioni di cittadini".  La manovra approvata dal governo si inserisce in un "quadro abbastanza complesso" ma nonostante questo il Cdm è riuscito "a confermare delle priorità, la prima è difendere il potere d'acquisto delle famiglie, ovvero più soldi in busta paga per i cittadini con redditi medio bassi". La misura che riduce le aliquote Irpef e taglia il cuneo "entra in vigore per tutti, per ora lo sterilizziamo per i redditi più alti, per la quarta aliquota al di sopra dei 50mila euro. E' una misura che vedranno in busta paga i redditi meno bassi, la misura si applica anche ai pensionati.  Il fringe benefit, vale a dire i bonus che le aziende possono destinare ai dipendenti, viene reso "strutturale con modifiche per il 2024: portiamo il tetto a 2mila euro per i lavoratori con figli e a mille euro per tutti gli altri". Il lavoro, del resto, è uno dei capisaldi della legge di bilancio, legge che contempla anche la previsione di aumenti contrattuali del pubblico impiego con un tesoretto di circa 7 miliardi “a disposizione del ministro Zangrillo": di questi, "2 miliardi riguardano sanità, gli altri cinque sono per i rimanenti settori", con un attenzione particolare per il comparto sicurezza, "perché un poliziotto prende uno straordinario di poco più di 6 euro l'ora, meno di quanto prenda un collaboratore domestico e bisogna intervenire". Così come, per la premier, è necessario intervenire sul calo delle nascite, fenomeno che non accenna ad arrestarsi ma avanza con numeri drammatici.   In questa direzione vanno una serie di misure, a partire dagli asili nido gratuiti dal secondo figlio in avanti, il rafforzamento, con un mese in più, del congedo parentale e la decontribuzione per le mamme con due o più figli: sarà lo Stato a pagare "i contributi previdenziali", ha spiegato Meloni aggiungendo tuttavia che, nel pacchetto famiglia, viene meno il taglio dell'Iva sui prodotti di prima infanzia "perché assorbito dagli aumenti di prezzi" legati all'inflazione. Nella nuova legge di bilancio "non confermiamo il taglio dell'Iva per i prodotti della prima infanzia perché è stato assorbito dagli aumenti di prezzo e non penso valga la pena rinnovare questa misura", mentre "continuiamo a lavorare sul congedo parentale", rafforzandolo. Per quanto riguarda gli incentivi alla natalità, "aggiungiamo ulteriori misure per 1 miliardo di euro che serviranno ad aumentare di un mese il congedo retribuito al 60%, utilizzabile dal padre o dalla madre, che andrà ad aggiungersi a un primo mese all'80%", ha spiegato Meloni. "La misura più significativa – ha spiegato la presidente del Consiglio – riguarda il tema della decontribuzione delle madri: le madri con due figli o più non pagheranno i contributi a carico del lavoratore. Una donna che mette al mondo almeno due figli ha già offerto un importante contributo alla società, e lo Stato cerca di compensare pagando i contributi previdenziali".   Meloni si toglie un sassolino dalla scarpa quando affronta il capitolo sanità, reduce da settimane di attacchi dalle opposizioni, che -dal Pd al M5S, passando per Azione e Avs- hanno trovato un fronte comune senza distinguo alcuno nella difesa del Sistema sanitario nazionale. "Ho assistito a giochetti" e "bugie" su questo, scandisce la premier con sguardo fermo: "con 136 mld di euro di quest'anno per il Fsn raggiungiamo il più alto investimento mai previsto per la sanità. Nel 2019 il fondo era di 115 miliardi, negli anni Covid tra i 122 e i 127 miliardi. Si tratta di tre miliardi in più di quanto previsto", e verranno interamente impiegati per l'abbattimento "delle liste d'attesa", tallone d'Achille della sanità pubblica, "una vergogna nazionale", punta il dito il vicepremier Antonio Tajani, che confida nel "colpo decisivo" assestato.   Sul fronte pensionistico, “ape sociale e pensione donna vengono sostituiti da un unico fondo per la flessibilità in uscita". Ma la vera novità è la decisione di cancellare, per i lavoratori interamente nel sistema contributivo, il vincolo che impone a chi è nel contributivo di andare in pensione con l'età raggiunta solo se l'importo della pensione è inferiore a 1,5 la pensione sociale" altrimenti è necessario attendere "i 70 anni: "secondo noi non è una misura corretta e l'abbiamo rimossa".  La premier chiude il suo intervento in conferenza stampa ringraziando i ministri per i "sacrifici": "da Palazzo Chigi ai ministeri, tutti abbiamo tagliato le spese" e "sono molto fiera di questo lavoro. E' un governo che non spreca risorse in mille rivoli, ogni anno cerchiamo di fare un passo avanti insieme. E' questo il segnale che vogliamo dare agli italiani". Se senza distinguo, sorprese o sgambetti si capirà solo quando il testo approderà in Parlamento.   —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)