Solo quando lavoro sono felice

Teatro Fontana, 11 e 12 marzo 2023. Con Niccolò Fettarappa e Lorenzo Maragoni. Solo quando lavoro sono felice…

A momenti! Il titolo esprime già il punto di vista dei narratori. E’ una sorta di documento narrato adatto ai nostri tempi, dove siamo attorniati da tante informazioni, da tante distrazioni, tanto da farci smarrire in esse, o almeno cosi ci piace pensare.

L’opera è “un dialogo sulla disperazione”, uno show per chi ama ciò che fa nel suo posto di lavoro, quindi sa cogliere gli aspetti positivi di ciò che fa, ma allo stesso tempo che lo odia profondamente perché entra nel vortice delle questioni irrisolte che ci possono essere in qualsiasi luogo di lavoro. E’ come se a scrivere il documento fosse stato Woody Allen. Viene citato Veltroni nella versione di Maurizio Crozza.

Durante lo spettacolo vengono toccati anche i diritti dei lavori e delle lavoratrici ma anche quelli del datore di lavoro. “E’ rimasta sola la ricreazione” dicono, del resto, con molto rammarico e dolore per i nostalgici la classe operaia non esiste più. In “Solo quando lavoro sono felice” ci si diverte e si ride tantissimo, ma in fondo a tutto ciò c’è una vera indagine sull’attuale condizione lavorativa italiana. I temi sono attualissimi come il precariato prima e dopo ma anche oltre a ciò, alle nuove frontiere di possibili nuove schiavitù con esempi di autosfruttamento, a volte non facili da riconoscere e da stoppare, vuoi peri motivi più disparati.

In questo spettacolo nessuno pretende di dare o avere delle risposte certe, vengono solo condivise delle esperienze di vita fatte di disagio che con leggerezza, ironia. Qualche sfogo contro il capo turno, riesce a dar vita ad un’alchimia speciale fra Lorenzo, Niccolò e lo spettatore. Le riflessioni su cui ci possiamo imbattere sono sul lavoro, sulla vocazione personale professionale e la sua retribuzione, sul capitalismo, sul tempo di una vita che passa lavorando, sui pasti lavorativi consumati con se stessi e la disperazione. Lo spettatore si interroga su quanto si immedesima su quel che fa lavorativamente parlando e quando questo si rispecchia nella sua vita privata.

Si entra come in un vortice e ci si domanda più o meno con sincerità quanto la nostra vita privata entra nel lavoro e ci definisce. I quesiti continuano imperterriti sul chi siamo al di fuori dell’orario lavorativo o quanto si riesce a stare davanti ad un’altra persona conversando, senza prima sapere il mestiere esercitato da esso. Molti altri interrogativi ci saranno tra i due interpreti durante il dialogo sul palco.

Una conversazione stupenda e piacevole per tutti da coloro che amano il proprio capo, a quelli che lo odiano, per coloro che sono il capo di se stesso e si amano e si odiano: Per tutti i lavoratori che lavorano troppo, ma anche per quelli che lavorano troppo poco. Per chi sta aggiornando il curriculum. Per chi sta creando una “Startup”. Per chi sta pensando di lasciare il lavoro e per chi ne sta iniziando uno nuovo. Alle nuove generazioni, non si sta dando confine tra lavoro e vita si sono perduti: la nostra persona è definita in buona parte dal lavoro che facciamo. Siamo “sul pezzo” tutto il giorno, tutti i giorni, come dice qualcuno… “Sempre pronti a fatturare!”.

I due interpreti sono agli antipodi: Lorenzo imprenditore di sé che si assume chiedendosi reperibilità assoluta. Ha un amore narcisista d’amore e odio con sé stesso collega, frequentandosi in ditta e durante i momenti di socializzazione aziendale. Niccolò anche lui imprenditore di sé si concede la flessibilità che rimane la causa di dissapore per esserla data. Da imprenditore sogna la fama, gli elogi e le alte quotazioni in borsa. Il dipendente farebbe carte false pur di poter continuare a dormire. Se da Lorenzo c’è un fronte allineato da Niccolò le diverse visioni sul futuro fanno sì che lo stato di confusione cronica abbia la meglio sempre tra l’ambizione e indolenza. In scena ti potrai trovare in uno dei quattro personaggi…

Teatro Fontana

Nel cuore del quartiere Isola, il Teatro Fontana è punto vitale di riferimento nella città di Milano. Prosa serale, gli spettacoli in matinèe per le scuole, i weekend dedicati alle famiglie, il festival Jazz e le rassegne di danza contemporanea sono attività che nel corso della stagione attraggono un pubblico eterogeneo e variegato. Oltre ad un solido progetto educativo offriamo intrattenimento culturale di alta qualità grazie ad un’attenta scelta degli spettacoli ospiti e al grande sforzo produttivo compiuto annualmente per offrire alla città sempre nuove visioni.

Fonte: European News Agency