L’anno 2024 del Teatro Fontana si apre con un forte messaggio di rinnovamento e con il desiderio di dare un segno importante della volontà, più che mai attuale in questo momento storico, di sviluppare nuove logiche e scelte operative proprie della filiera creativa a cui ci riferiamo.
Rossella Lepore, fondatrice e direttrice uscente del Teatro Fontana, sceglie di consegnare il testimone della direzione artistica a Ivonne Capece, giovane attrice, regista e videoartista proveniente dal mondo della ricerca tecnologica e multimediale, presente negli ultimi anni sulla scena nazionale con lavori caratterizzati da una forte improntasperimentale e realizzati soprattutto attraverso l’uso di nuove tecnologie.
Fondatrice della compagnia bolognese (S)BLOCCO5 e già direttrice didattica del Teatro Fontana attraverso il progetto Scuola900, Capece è impegnata nello sviluppo di progetti registici e didattici compositi e d’avanguardia dove il teatro si intreccia con la video-arte e la robotica, dando vita a creazioni originali dall’estetica estremamente precisa e dalla forte impronta performativa.
Dal 2022 cura inoltre la direzione artistica di Lucy. Festival di arti performative technologically oriented, uno dei più interessanti e seguiti festival emiliano-romagnoli nati negli ultimi anni.
Un cambio di direzione ma in continuità con il prezioso lavoro curato negli ultimi dieci anni da Rossella Lepore.
Elsinor vuole osare di più, come Centro di Produzione vocato all’innovazione e sperimentazione, approfondendo la sua propensione al rischio culturale e al talent-scounting puntando a incrementare la contaminazione dei linguaggi e affidando il compito ad un’artista nuova, proveniente dalla ricerca indipendente e dal ricco bacino sperimentale del mondo universitario bolognese.
Obiettivo è creare uno spazio vivo dentro e oltre la scena, abitato da eventi extra palco, installazioni, incontri culturali che possano arricchire la visione, accogliendo il pubblico fin dall’ingresso, per renderlo parte di happening esperienziali.
Il mutamento è sostanziale: un cambio di rotta destinato a incidere nei prossimi anni sull’identità stessa del teatro.
Il Teatro Fontana sceglie un’artista che non teme di affrontare sulla scena tematiche urgenti e non facili, dove la sperimentazione tecnologica e l’intelligenza artificiale contaminano il linguaggio teatrale.
Una sfida coraggiosa, nuova e stimolante per continuare a nutrire il mondo di Elsinor da pagine inedite e visionarie.
Nel mio ultimo lavoro, ho scelto di chiudere il sipario su un’immagine precisa: una donna di Neanderthal seduta su un delicato mobile del 1700, allatta contemporaneamente due gemelli:
al seno destro succhia un neonato (figlio reale della danzatrice), a sinistra un braccio robotico che non ha neppure forma umana. Lei li accarezza entrambi, mentre in lontananza una donna nuda incinta dai lunghissimi capelli si è trasformata in un albero.
Il teatro deve essere questa Rea Silvia paleolitica. Vita e natura si sposano col progresso, possono nutrire tecnologia e ricerca. Il sipario si potrà chiudere, l’arte avrà esaurito il suo compito, solo quando sarà riuscita a passare questa attitudine alla società: rispetto e conoscenza profonda del passato, rispetto e conoscenza profonda del presente, rispetto e conoscenza profonda del futuro.
Ivonne Capece
NOTE BIOGRAFICHE
Ivonne Capece, regista, attrice, videoartist e performer, dal 2024 direttrice artistica del Teatro Fontana, sede di Elsinor Centro di Produzione Teatrale di Innovazione.
Laureata in Filologia Medievale alla Federico II di Napoli, prosegue la sua seconda laurea a Bologna in
Discipline Teatrali, laureandosi in Storia della regia con il Prof. Claudio Longhi.
Si forma con Pierpaolo Sepe, Carlo Cerciello, Antonio Latella, Michele Monetta, Yves le Breton, sviluppando una visione del teatro sperimentale, iconica e innovativa.
Dal 2013 dirige a Bologna insieme a Micol Vighi la Compagnia teatrale e il centro di formazione e ricerca
teatrale Sblocco5.
I suoi lavori registici sono caratterizzati dalla ricerca nell’uso di tecnologie immersive e dalla sperimentazione tecnologica (quali Binaural Dummy Head, ologrammi, interazioni video, bracci robotici e
intelligenza artificiale), rappresentando una delle realtà teatrali più all’avanguardia nella ricerca del rapporto tra tecnologia, robotica e arte.
Tra i suoi lavori registici Frankenstein produzione Elsinor Centro di produzione teatrale all’interno del progetto europeo Play-On (2022), spettacolo con uso di ologrammi e tecnologie sonore immersive; Graal
spettacolo/installazione con cellulari, finalista Biennale di Venezia Performance Internazionale under40
(2023); Lucy finalista Biennale di Venezia Performance Internazionale Under40 (2022), spettacolo con
braccio robotico KUKA in scena; Thinking Blind finalista Biennale performance internazionale under40
(2021), spettacolo in cuffie wireless; Dux Pink monologo con monitor sulle donne di regime e 20/20 con
video proiezioni olografiche (entrambi co-prodotti con Regione Emilia Romagna, parte del progetto Io non ci sono, vincitore bando per la memoria 2020 e 2021).
Il debutto come regista è nel 2016 con due spettacoli testoriani La Monaca di Monza e I Promessi Sposi alla prova, segnalati nella rosa dei 10 migliori spettacoli della stagione milanese 2017/18 secondo MilanoTeatri.
Dal 2022 è direttore artistico di LUCY. Festival di arti performative technologically oriented, festival
realizzato con il sostegno di MIC, Unione Europea Next Generation EU, Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna e Forlì, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e in collaborazione con il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna.
È infine direttrice artistica di SCUOLA 900, progetto laboratoriale che propone esperienze didattiche con
grandi artisti della scena nazionale e percorsi di alta formazione per attori, autori e performer.